La cucina teramana ha una tradizione culinaria molto ricca di cui abbiamo già avuto il piacere di parlarvi. Tra i tanti piatti tipici di questa provincia vi è anche una ricetta insolita che a molti farà storcere il naso una volta letta la lista degli ingredienti.
Mettete da parte i vostri pregiudizi gastronomici e fidatevi di noi. Se vi capiterà di trovarvi in provincia di Teramo non lasciatevi scappare questa prelibatezza.
Stiamo parlando delle mazzarelle teramane, degli involtini di interiora di agnello avvolti su foglie di lattuga (o indivia). Si tratta di un primo piatto (anche se spesso viene trattato come un secondo) che veniva servito principalmente durante il pranzo pasquale.
La realizzazione non è difficile ma richiede una corretta e sapiente pulizia della coratella. Per pulire completamente le budella è necessario, per esempio, infarinarle e strizzarle per almeno 3 volte.
Ingredienti
coratella di agnello (budella, fegato e cuore)
pancetta fresca
un mazzetto di agli fresco (con le foglie)
1 ciuffetto di prezzemolo
alcune foglie di lattuga
maggiorana
sale e pepe
Procedimento
Lavate tutti gli odori e asciugateli in un canovaccio.
Dopo aver aperto le budella, tagliandole con un coltello affilato in lunghezza, lavatele più volte con sale e aceto.
Tagliate a striscioline cuore e fegato sciacquarli bene e metteteli in uno scolapasta.
Prendete delle belle foglie larghe di lattuga e ponetevi sopra un pezzetto di cuore, uno di fegato, della pancetta fresca, un rametto di prezzemolo, maggiorana e un rametto di aglio.
Chiudete la foglia di lattuga come un fagottino e avvolgetela con le budella precedentemente lavate e tagliate.
Procedete alla pre cottura facendo cuocere gli involtini in acqua salata per 10 minuti dal momento del bollore.
In una padella fate soffriggere in un po’ di olio dell’aglio, unite le mazzarelle e aggiungete del vino bianco. Fatele rosolare a fuoco lento fino ad ultimare la cottura.
Servite ben calde.
Curiosità
Come tutti i piatti con una lunga tradizione alle spalle porta con sé una diatriba legata a quale sia la sua versione originale. C’è chi la vuole nella versione in bianco, rosolata quindi in un semplicissimo soffritto che ne esalti il sapore e chi in umido, cotta in un sughetto insaporito dagli umori delle carni d’agnello.
Tralasciate le varie scuole di pensiero… in bianco o in umido, purché le proviate! 🙂